Come ogni anno, anche nelle nostre Parrocchie di Shënkoll e di Zejmen si è svolta, il 2 novembre, la Commemorazione liturgica dei fedeli defunti. A differenza del primo novembre, Solennità di tutti i Santi, che vede poca partecipazione anche perché è giornata lavorativa in Albania, il giorno dei defunti è un appuntamento particolarmente sentito in questo Paese che avverte vicini e venera i propri morti con i riti cristiani ma anche con usanze che risentono del passato pagano.
I Cimiteri (varrezë in albanese), pur in una anarchia assoluta per  l’ordine e le costruzioni funebri, si vanno in questi anni di recuperata libertà religiosa impreziosendo con tombe di famiglia sontuose arricchite di marmi policromi con i segni appariscenti della fede (immagini sacre, statue, cappelle, monumenti) che rasentano il kitsch.

Immancabile, dopo la comune e devota partecipazione alla S. Messa nei varrezë, nella cappella centrale o sotto gli alberi, la richiesta al sacerdote dell’aspersione abbondante della tomba di famiglia con l’acqua benedetta. È una traccia che, mentre riprende il tradizionale e persistente bisogno fisico di ricorso, quasi apotropaico, ai segni e ai sacramentali, può, per le persone, con opportuna catechesi, richiamare il ricordo del battesimo, come lavacro che purifica e rinnova, e che, vissuto con coerenza cristiana: “avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere…” (cfr. Mt 25), apre le porte al Regno dei cieli, dove speriamo saremo un giorno insieme ai nostri cari.