23 giugno 2013. ALBANIA ALLE URNE.

Domenica 23 giugno è giornata di votazioni in Albania. Si svolgono difatti nel Paese delle Aquile le elezioni politiche per il rinnovo del parlamento. Una miriade i partiti e le liste in lizza riunite in due coalizioni principali che si richiamano al centrodestra e al centrosinistra. Per avere un’idea della varietà e dell’originalità delle proposte, su una popolazione che non raggiunge i due milioni di votanti, ecco gli schieramenti.

Il Centrodestra: Alleanza per l’impiego, il benessere e l’integrazione è capeggiato dal Partito Democratico dell’inossidabile Sali Berisha, attuale Primo Ministro, è in coalizione con: Partito Repubblicano Albanese, Partito per lo Sviluppo Nazionale, Movimento per la Legalità, Partito Agrario Ambientalista d’Albania, Partito Democristiano d’Albania, Lega Democristiana d’Albania, Unità Liberal Democratica, Fronte Nazionale, Fronte Nazionale Democratico, Alleanza Democratica, Movimento Nuova Albania, Unita Democratica Albanese, L’ora dell’Albania, Alleanza dei Macedoni per Integrazione Europea, Nuova Democrazia Europea, Partito dei Diritti Negati, Nuovo Partito dei Diritti Negati, Alleanza per democrazia e solidarietà, Partito Conservatore d’Albania, Partito della Minoranza Greca per il Futuro, Unità Popolare dei Pensionati Albanesi, La Vera Strada Albanese, Partito Civile dell’Albania.

Il Centrosinistra, Alleanza per l’Albania Europea, è capeggiato dal partito Socialista del contendente Edi Rama con i seguenti partiti in coalizione: Movimento Socialista per l’Integrazione, Unione per i Diritti dell’Uomo, Alleanza Popolare, Alleanza Democristiana, Democrazia Sociale, Partito Socialdemocratico, Alleanza Arbnore Nazionale, Partito Socialista Moderato, Partito del Lavoro d’Albania Riorganizzato, Alleanza per l’Uguaglianza e la Giustizia Europea, Partito Ambientalista, Futuro Albanese, Unione Repubblicana Albanese, Partito Democratico per L’integrazione e la Prosperità, Partito delle Questioni Albanesi, Partito Verde, Partito del Lavoro dell’Albania, Partito Democratico Riformatore, Partito dell’Unità Nazionale, Partito G99, Partito Comunista Albanese, Partito Comunista 8 Novembre, Partito Cristian-Democratico, Movimento Democratico per il Cambiamento, Movimento per la Giustizia degli Albanesi, Partito del Pensiero Destro Liberale, Partito per la Difesa dei Diritti degli Emigrati, Partito della Prosperità Democratica, Partito delle Persone con Abilità Limitate, Partito La Strada Della Libertà, Partito Albanese “Patria”, Partito Social-Lavorativo dell’Albania, Partito Nuova Tolleranza d’Albania (fonte: www.albanianews.it).

Ciascun partito con propri leaders, candidati, slogans, programmi e priorità. La campagna elettorale è stata accesa, vivace e …  colorata: dal blu dei democratici al rosso-ciclamino dei socialisti. Le città e i villaggi si sono riempite fino all’inverosimile di bandiere, gigantografie, manifesti, volantini. Comizi e incontri porta a porta, nei bar, nei ristoranti, al mercato, nei luoghi pubblici. Caroselli di auto e supporters eccitati. E, come succede in (quasi) tutti i paesi in prossimità delle elezioni, sistemazione veloce di strade dopo l’incuria di anni, concessione facile di autorizzazioni, inaugurazioni di opere pubbliche, promesse, promesse, promesse.

Ma, a parte queste note di colore, l’evento del 23 giugno è certamente importante per la giovane democrazia albanese per consolidare le sue istituzioni, garantire maggiore legalità, combattere la corruzione dilagante e offrire, anche, una immagine migliore di sé.

Lo hanno sottolineato i vescovi cattolici albanesi nelle scorse settimane con una lettera alla comunità cristiana e alle persone di buona volontà. Richiamando il dovere della partecipazione consapevole alla vita pubblica per la promozione del bene comune mediante il voto, hanno anzitutto affermato che l’espressione del voto deve essere esercizio di libertà e di democrazia: il voto non può essere comprato, venduto ed estorto sotto minaccia di perdita del lavoro. Hanno auspicato una campagna elettorale positiva, senza violenze e intimidazioni, condotta sulla base di proposte programmatiche, senza denigrare l’avversario e scadere al livello di insulti di carattere personale o familiare, come spesso si è osservato in passato. Hanno chiesto una gestione ordinata di tutto il processo elettorale, trasparenza negli scrutini e nei risultati che dovranno essere riconosciuti e  accettati da tutti per la formazione di un parlamento e un governo legittimo, forte ed efficiente.
Per il bene del Paese hanno chiesto, infine, che gli elettori premino quelle forze politiche che hanno nel loro programma la promozione dei valori umani, la lotta alla corruzione, i diritti inviolabili della persona, la difesa della vita e della famiglia, pietra angolare di una società sana.

Ci uniamo volentieri alle raccomandazioni dei vescovi con l’augurio che il Paese delle Aquile compia responsabilmente questa importante espressione di democrazia per rinforzare nella legalità e per il bene comune le sue istituzioni.