Terremoto nella notte scorsa in Albania. Come hanno riportato tutti gli organi di informazione, un grosso evento sismico ha colpito la notte scorsa l’Albania centrale. La prima violenta scossa, di magnitudo 6,5, ha colpito il Paese delle Aquile alle ore 3,54. Il sisma, secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), ha avuto ipocentro a circa dieci chilometri di profondità ed epicentro tra Shijak e Durazzo. Si sono succedute numerose altre scosse che hanno provocato ulteriore panico e danni.
Anche Shenkoll, pur periferica alla zona più direttamente colpita, è stata fortemente interessata all’evento. Nella nostra missione si trovavano in casa p. Alessandro, p. Salvatore e p. Mike. P. Giorgio era partito la sera prima per l’Italia. P. Antonio, che si trovava in Kosovo per questioni di Caritas, è immediatamente rientrato per coordinare, in qualità di direttore Caritas nazionale, gli aiuti che vanno giungendo da diversi paesi.
Grande è stato il panico al manifestarsi dell’evento. Un forte boato e un movimento sussultorio che non sembrava aver fine. I padri si sono precipitati all’esterno mentre cadevano tratti di cornicione e parte della cortina in mattoni. Naturalmente hanno preferito rimanere all’addiaccio per timore di altre forti scosse che, peraltro, continuavano a ripetersi.
Alle prime luci dell’alba sono comparse le ferite dell’edificio che, a prima vista, ha retto alle scosse, pur riportando vistosi danni da valutare. L’importante è che tutti i confratelli sono rimasti illesi. Anche la chiesa di Shenkoll ha subito qualche danno che la caduta di calcinacci ha evidenziato. Ciò ha consigliato la non immediata utilizzazione per la celebrazione mattutina della messa. I padri si sono prodigati a rassicurare la gente che impaurita si aggirava nelle vicinanze.
È stata fatta quindi una verifica della situazione nelle diverse chiese e locali della missione e nella scuola di Lezhe. Questa, grazie a Dio, è risultata completamente illesa. Le chiese hanno subito danni diversi che andranno attentamente valutati.
Assicuriamo quanti ci sono vicini che non ci sono stati, ripetiamo, danni alle persone, ma semplicemente alle cose. Il tutto sarà valutato nei prossimi giorni.
La situazione ben peggiore, come riportano gli organi di comunicazione, si riscontra a Durazzo che è apparsa una città profondamente ferita in diversi edifici e con numerose vittime il cui bilancio si va progressivamente aggiornando. Si scava ancora tra le macerie e si temono numerose vittime, oltre a quelle già accertate. Le operazioni di soccorso, per quanto è possibile, sono state immediate e continuano anche con la collaborazione attiva di diversi paesi tra i quali l’Italia.
Questa notte, come quelle successive presumiamo, si è preferito trascorrerla nella depandance dell’edificio centrale di un unico piano, utilizzata normalmente per gli ospiti.
In una prossima comunicazione ulteriori aggiornamenti. Intanto invitiamo confratelli, amici e benefattori a tenerci presenti nelle loro preghiere. (GN)
Aggiungiamo l’intervista che P. Antonio Leuci, direttore Carits ha fatto all’Agenzia SIR.
Terremoto Albania: p. Leuci (direttore Caritas Albania), “paura, morte e distruzione ma gli albanesi sapranno rialzarsi in piedi”.
“Il terremoto è stato forte. La gente è scesa subito per strada. Poi ci sono state altre scosse di assestamento molto forti, per cui le persone sono spaventate. Abbiamo paura. C’è poi chi ha perso familiari”. L’Albania si è svegliata questa mattina in un incubo. Una scossa di terremoto di magnitudo 6,5 ha colpito nella notte, alle 3,54, la costa settentrionale, vicino Durazzo. Ed è stata avvertita fino in Puglia e Basilicata. Al momento, il bilancio ufficiale delle vittime è di almeno sette morti e 150 feriti. Alla scossa ne sono seguite altre, di cui due di 5.3 e 5.4. E queste hanno gettato la popolazione nello choc. A raccontare da Tirana al Sir la situazione è padre Antonio Leuci, direttore della Caritas Albania. Le città più colpite sono Durazzo e Thumane, dove diversi edifici sono crollati, numerosissimi sono stati danneggiati. Ma il terremoto ha causato danni anche nelle città di Kruje, Lezhe, Tirana, Scutari, Lac, Lushnje, Fier. Il governo ha disposto la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. “Il problema è che quando è avvenuta la prima scossa, era ancora buio e quindi si pensava che si trattasse sì, di un terremoto forte ma che i danni fossero contenuti”, racconta padre Leuci: “Durazzo poi è rimasta subito senza luce. Poi con le prime luci dell’alba, si è visto che i danni sono gravi, e non solo a Durazzo dove è stato l’epicentro ma anche nelle città vicine dove ci sono strutture lesionate. Ci sono già i morti, tantissimi feriti tanto che anche gli ospedali privati hanno aperto le strutture”. Caritas Albania si è attivata subito. Si è messa in contatto con Caritas Italia e con Caritas Europa e due operatori si sono già recati sul posto per fare il punto della situazione.
“Qui collaboriamo con il Ministero degli interni”, fa sapere il padre rogazionista, “e una prima loro richiesta è quella di assicurare il supporto alimentare nei centri di raccolta sfollati che stanno per aprire a Shijak – Durazzo, 3 centri a Tirana, 1 a Helms-Kavaje ed 1 a Lezhe. Abbiamo poi scritto a tutti i direttori delle Caritas diocesane, ai religiosi e alle parrocchie per sapere la situazione e chiedere di dare disponibilità ad accogliere le persone in difficoltà nelle proprie strutture”, visto che moltissimi e per le prossime ore non potranno rientrare nelle loro case. Sono stati segnalati danni anche a Chiese ed edifici parrocchiali. “Dalle immagini, la situazione sembra grave. Già ci troviamo in una Nazione provata, povera, con gravi difficoltà economiche e di lavoro, e il terremoto è ancora un’altra prova per questo paese. Siamo però fiduciosi che gli albanesi sapranno rialzarsi in piedi come abbiamo sempre fatto”. I tempi per sanare le ferite e ricostruire le case distrutte saranno lunghi. Padre Leuci si lascia sfuggire una previsione: “Sarà un Natale particolare, un Natale per molti nelle tende”.