Esiste nell’Albania del Nord una antichissima tradizione che risale al Kanun di Lekë Dukagjini, che è il più importante codice di diritto consuetudinario albanese (i cui principî etici e prescrizioni legali sembrano risalire al medioevo), che prevede e legifera, insieme a diversi aspetti positivi della vita familiare e sociale, anche sul diritto e dovere della vendetta per sanare gli omicidi subiti da una famiglia. Il delitto della vita si paga con la vita. Questa concezione, che era parte integrante del patrimonio culturale del nord, trova da anni, ormai, una netta condanna dello stato e delle chiese che si impegnano a superarla con la prevenzione, la formazione, la repressione, soprattutto per evitare che penetri tra i giovani, quella che è la classica “legge del taglione”.
Intanto si trovano ancora residui di questa mentalità nel nostro territorio, per cui oggi vi sono famiglie cosiddette “in vendetta” i cui membri, minori, sono costretti a vivere chiusi in casa per non subire la vendetta per un delitto perpetrato da un componente del proprio clan.
Esistono associazioni di volontariato che seguono e accompagnano con l’insegnamento casa per casa questi bambini e giovani reclusi. Nel periodo natalizio è organizzato per loro un momento di festa con un pranzo che viene servito presso la nostra scuola dal corso di formazione per cuochi. Ciò è avvenuto nella giornata di lunedì 30 dicembre. A questi giovani e alle loro famiglie auguriamo che vengano presto superate tali inaccettabili tradizioni attraverso l’amministrazione di una giustizia certa da parte della legittima autorità. (GN)