È dal 10 marzo che anche in Albania è cambiato tutto. Chiuse le scuole e le attività non essenziali (quasi tutto), limitati e a tempo determinato gli spostamenti con permessi speciali. Una specie di coprifuoco. Mobilizzato anche l’esercito. Ho l’impressione che questo venga rispettato nei centri urbani, molto meno nella periferia e nei villaggi come il nostro. Gente di “dura cervice” (come in Italia del resto), anche se viene ribadito in tutte le salse che incontrarsi è a rischio.

Si registrano negli ultimi giorni alcuni contagi anche nella città di Lezhë e questo ci preoccupa alquanto. Una bella notizia è che ieri l’Albania ha inviato in Italia, come segno di solidarietà, 30 fra medici e infermieri per collaborare in qualche struttura ospedaliera della nostra penisola.

Per quanto riguarda la vita della Missione, abbiamo tassativamente interrotto, secondo le disposizioni ricevute a livello statale che ecclesiale, ogni attività pubblica. Continuiamo l’assistenza domiciliare per i sacramenti, quando richiesti, con le dovute misure di sicurezza.

Abbiamo da giorni lasciato a casa tutti i dipendenti, che saranno comunque retribuiti normalmente, e siamo noi stessi a svolgere tutti i servizi (cucina, pulizia, lavanderia, ecc.).

La nostra vita a Shënkoll si svolge in maniera quasi monacale: tanto tempo per la preghiera, anche comunitaria, adorazione quotidiana), tempo per incontri con aggiornamenti su temi specifici, utilizzo dei social e tempo per la lettura personale. Abbiamo avviato da tre giorni, ad orario stabilito, l’esperienza della Lectio divina proposta dalla Provincia, animata via web (youtube)  da Mons. Bregantini.

Ogni giorno trasmettiamo in streaming (facebook: Famullia Shenkoll) la S. Messa alle ore 7.30 seguita dalla recita del Rosario. Anche il nostro ginnasio si è attrezzato e sta avviando lezioni on line con la partecipazione degli insegnanti e gli alunni (ma di questo riferirò prossimamente).

Quando finirà? Nessuno osa fare previsioni. Nonostante i lutti in Provincia, la lettera di P. Sandro, il Provinciale, ci ha rincuorato e ha espresso sentimenti e preoccupazioni che quotidianamente viviamo. Siamo, soprattutto qui in Albania, nelle mani del Signore. (GN)