È arrivato, purtroppo, a 50 il numero delle vittime del terremoto, quasi tutte nella città e dintorni di Durazzo, mentre – avvertono le autorità – sono terminate le ricerche di eventuali superstiti o corpi senza vita tra le macerie, i feriti sono circa 2.000. Sul nostro territorio continua l’assistenza di chi è in difficoltà con la distribuzione di generi di prima necessità.Ieri, 29 novembre, nell’ambito degli adempimenti dell’ambasciata italiana in Albania per la verifica della sicurezza dei connazionali all’estero, una squadra di tecnici dei vigili del fuoco italiani sono venuti a Shënkoll per controllare la stabilità delle strutture dove viviamo e operiamo.
Dopo un approfondito esame dell’edificio della missione, che è costituito da due plessi congiunti – uno più antico l’altro recente -, sono state riscontrate lesioni in travi portanti di collegamento e sostegno al piano terra che pregiudicano la stabilità dell’immobile. Si riscontrano altre crepe orizzontali, riguardanti pareti divisorie degli ambienti soprattutto al primo piano. Nell’ispezione della Chiesa annessa è stata rilevata una lesione in un pilastro che desta qualche preoccupazione.
La struttura complessiva, per i danni subiti che pregiudicano la sicurezza delle persone, è dichiarata inagibile e bisognosa di immediati interventi. Si procederà quanto prima a puntellare le parti più critiche per un ulteriore e più puntuale e verifica di ingegneria che determini gli interventi necessari per mettere in sicurezza l’immobile. Il tutto, come è facilmente intuibile, comporterà una spesa che la missione non può affrontare senza l’aiuto di contributi di istituzioni benefiche e, soprattutto di privati.
È evidente il grande disagio che si crea in questa situazione che non permette, nell’imminenza dell’inverno, di utilizzare gli ambienti per l’abitazione e per svolgere le normali attività parrocchiali.
Per ora la comunità si è trasferita nei locali della dependance (un piccolo edificio ad un piano limitrofo alla Chiesa) normalmente utilizzati in tempo estivo per i gruppi di volontari. Sono allo studio altre possibili soluzioni per superare l’emergenza.(GN)